Gestione del dolore cronico
Per la persona:
Cosa vuol dire imparare a gestire il dolore? Cosa significa gestire la quotidianità in presenza di Vulvodinia e Fibromialgia?
Prima di tutto, attraverso il percorso pedagogico proposto, si impara a disedintificarsi dalla malattia. È il primo passaggio necessario.
Quando tutto il corpo duole e possiamo fare pochissime cose, anche le più banali, ci sentiamo totalmente la nostra malattia. Come se non fossimo mai stati altro. La nostra vera persona sparisce e invece noi siamo tanto altro e bisogna riscoprire e mettere in azione tutte le parti di noi.
Gestire il dolore significa imparare a calibrare le proprie energie, attivare tecniche di visualizzazione guidata che una volta apprese possono essere utilizzate in autonomia, significa apprendere come spostare l'attenzione senza incamerare rabbia e frustrazione, accogliere le emozioni senza demonizzarle.
Imparare a programmare la nostra mente alla salute possibileaiuta la risposta dell'organismo alle terapie e di conseguenza facilita i miglioramenti concreti.
Se impariamo a svuotarci dalle emozioni che ci distruggono, canalizzandole, abbiamo più energia per affrontare ciò che il fisico ci chiede di affrontare. In particolare quanto questo concerne la non comprensione che si percepisce intorno.
Tutto quello che può essere gestito e trasformato concorre, insieme alle terapie che ogni paziente sceglie, al raggiungimento del ben-essere possibile.
Per i familiari/amici:
si attivano anche percorsi individuali, di coppia, di gruppo per chi vive con e intorno alla persona che ha la malattia cronica e che vuole comprendere davvero cosa significhi esperirla, cosa si possa fare concretamente, cosa si può dire e come si può reagire nell'immediato in ogni situazione di limite e abbattimento legittimo.
Creare una solida rete intorno alla persona che vive questa condizione è qualcosa che più fortemente aiuta a uscire dall'idea che si è solo e soltanto malati. Promuovere le parti sane della persona è l'obiettivo generale, i micro obiettivi sono sempre individualizzati. Farlo con il giusto linguaggio e accoglimento velocizza il processo.
Inoltre è fondamentale che anche i familiari possano essere sorretti ed ascoltati nelle proprie difficoltà. Una malattia cronica va affrontata in modo sistemico.
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